Una volta esplorate tutte le spiagge cilentane – da quelle più frequentate alle perle nascoste – abbiamo indossato il cappello da vecchio lupo di mare e abbiamo deciso di godere della Costa degli Infreschi e della Masseta da una prospettiva tutta nuova.

Il punto di partenza prescelto è stato il caratteristico porticciolo di Scario dal quale siamo salpati per percorrere la selvaggia costa della Masseta.

Ci siamo diretti verso sud puntando la nostra prua verso Cala Bianca ma lungo il percorso ci siamo concessi varie soste.

Non abbiamo atteso troppo per il primo bagno, che abbiamo fatto nel blu intenso di fronte alla spiaggia della Tragara, una sottile lingua di terra protetta dalla Punta del Garagliano.

Gli angoli e le calette da esplorare lungo questo tratto di mare sono innumerevoli, così come lo sono le torri che svettano sui promontori che si fanno largo tra le acque limpide del Tirreno. Tra queste, Torre Spinosa domina la spiaggetta della Francesca. Questo approdo per i bagnanti sembra proprio “ammucciarsi” in questa piccola penisola per regalare una gioia a chi passa da queste parti e lo scopre inaspettatamente.

Abbiamo salutato i bagnanti e abbiamo superato punta Spinosa, dirigendoci verso un tratto di costa dove si incontrano diverse grotte considerate un vero paradiso per i Sub alla ricerca di fondali incontaminati. Abbiamo ammirato la Grotta del Vitello, la Grotta dell’Acqua, la grotta del Monaco e la grotta alla Cala dell’inferno.

Continuando la nostra navigazione abbiamo raggiunto uno dei luoghi più ambiti dell’intero Cilento. In successione abbiamo incontrato la spiaggia della Sciabica, la spiaggia della Risima e la meravigliosa spiaggia del Marcellino anche nota come spiaggia dei Francesi. Le tre spiaggette risaltano in modo evidente grazie al contrasto dei ciottoli bianchi con il verde della macchia mediterranea che dipinge le falesie della Masseta.

Il turchese delle acque che bagnano questo paradiso completa il quadro idilliaco.

Dopo un favoloso bagno tra le occhiate abbiamo ripreso la navigazione superando altre cale meravigliose. Subito dopo il Marcellino abbiamo ammirato Cala dei Morti (al di là del nome, qui troverete delle boe dove poter ormeggiare per raggiungere a nuoto le spiaggette) e, poco più a sud, le Spiagge Gemelle.

Le Gemelle a noi hanno ricordato una bella donna cilentana che vanitosamente si guarda allo specchio.

Abbiamo poi avvistato Torre Muzza che sovrasta Cala Longa e siamo quindi giunti al porto cilentano per eccellenza: Porto Infreschi. questo è il posto ideale per riparare le vostre imbarcazioni dal vento e regalarvi un po’ di frescura nelle sue grotte o tra la sua vegetazione, come per anni hanno i pescatori del posto.

Ci siamo fermati per poco godendo delle acque calme di Porto Infreschi perchè la costa cilentana ha sempre qualcosa di nuovo e stupendo da offrire.

Abbiamo superato Punta Iscolelli tenendoci ben lontano dalla costa, dato che questo è il tratto di mare a maggior tutela dell’Area Marina Protetta, e ci siamo riavvicinati solo una volta avvistata la Spiaggia del Pozzallo.

Ci siamo avvicinati lentamente fino a che non si è palesata anche lei, la spiaggia più bella tra le più belle: Cala Bianca. Ormai non ha bisogno di alcuna presentazione, ma ogni volta che la si raggiunge – via terra o via mare – è sempre emozionante incontrarla.

Dopo una giornata trascorsa immersi in questo blu meraviglioso abbiamo invertito la rotta e fatto ritorno a casa, appagati da tutta questa bellezza.