Sapete bene ormai quanto amiamo combinare la passione per le prelibatezze gastronomiche della nostra terra con la possibilità di godere delle sue meraviglie naturalistiche.

In questa occasione, un irrinunciabile invito alla Sagra del Fusillo Felittese, giunta alla sua 43° edizione, ci ha consentito di gustare i sapori della cucina tradizionale di Felitto e anche di avere un assaggio della bellezza di una delle attrazioni naturalistiche più affascinanti e più visitate del Cilento: l’area protetta delle Gole del Calore.
Il fusillo di Felitto, con tanto di marchio IPG, vanta una tradizione secolare. La Sagra del Fusillo Felittese è nata nel 1976 proprio con l’intento di promuovere questo prodotto tipico e si tiene ogni anno nella seconda decina di agosto.
Nel tempo, è cambiato più volte il luogo di svolgimento della sagra, che oggi è ospitata al centro del paese, su una terrazza che offre una magnifica vista sulla valle sottostante.

Ci ha subito colpiti l’efficienza dell’organizzazione, capace di sostenere 10 giorni consecutivi di manifestazione con apertura sia a pranzo che a cena e con servizio al tavolo.
Poiché eravamo in tanti, abbiamo potuto ordinare e assaggiare diverse specialità del menù: ovviamente il tipico fusillo al ragù di castrato, ma anche una squisita salsiccia di cinghiale con patate (vere patate! Un plauso alla nutrita squadra di pelatrici costantemente all’opera prima e durante la sagra) e un castrato al ragù quasi commovente. Segnaliamo anche una versione alternativa del fusillo, proposto al forno con mozzarella.

Più che soddisfatti del pranzo, abbiamo tentato un’incursione in cucina per sbirciare le cuoche e i cuochi all’opera e complimentarci, ma il nostro ospite e guida d’eccezione, il signor Donato, ci ha giustamente dissuasi per evitare di disturbare in un momento di intenso lavoro.

In compenso, Donato ci ha portati a visitare il vicino pastificio “L’oro di Felitto”, dove abbiamo potuto assistere alle varie fasi della produzione artigianale del Fusillo Felittese, che non si ferma mai, soprattutto nei giorni della sagra. Abbiamo potuto così ammirare l’esperta manualità delle donne all’opera, ma non comprare i fusilli, proprio perché in quel periodo tutta la produzione è destinata alla sagra.
Dopo un caffè, che ci ha aiutato in parte a riprenderci dal lauto banchetto, ci siamo diretti verso la località Remolino, da dove parte uno dei numerosi sentieri di trekking che consentono di visitare la quarta gola del Calore.

L’area protetta delle Gole del Calore, infatti, si estende tra i comuni di Piaggine, Valle dell’Angelo, Laurino, Magliano Vetere e Felitto e conta ben cinque gole, di cui due nel territorio felittese.
Curiosa è la probabile origine del nome della località Remolino: Donato ci racconta che pare derivi dallo spagnolo remolino, che significa vortice, turbine, mulinello. Proprio questo, infatti, è l’effetto che si crea quando il fiume è in piena.

Dove oggi c’è un’area pic-nic attrezzata, utilizzata anche per stendersi al sole dopo un rinfrescante bagno nel fiume, fino agli anni ’70 era possibile trovare una grande distesa di lenzuola e biancheria. La riva del fiume infatti era utilizzata come lavanderia dalle donne del paese.

è presente anche un chiosco a gestione familiare, noto per la sua granita alla fragola, con fragole di produzione rigorosamente propria.
Inoltre, è stato allestito un molo per il noleggio di canoe e pedalò, che consentono di navigare il fiume per un tratto di 500 mt circa, abbastanza per addentrarsi nella gola e avere un’idea della sua bellezza e imponenza.

Per il poco tempo a disposizione, scegliamo proprio questa soluzione, rinunciando al percorso di trekking.

Il breve tratto percorso in pedalò ci ha convinti della necessità di ritornare per un’esperienza più completa…non ci dilungheremo in elogi del fascino della gola e lasceremo che a parlare per noi siano le immagini, ben più eloquenti!

Un ringraziamento particolare a Donato Di Stasi, nostro ospite e guida, che ci ha trasmesso tutto il suo amore per il suo paese e le sue bellezze.
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