Laurino è uno dei borghi più ricchi di storia del Cilento e vola nel futuro a ritmo di jazz. Ma non improvvisa: sa di potersi fregiare, con merito, del titolo di città d’arte.

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Prima di passare a raccontarvi della sua arte, ci piace ricordare velocemente il Festival “Jazz in Laurino” che dal 2003 si tiene ininterrottamente in questo piccolo borgo. La manifestazione, organizzata dall’Associazione “Liberi Suoni”, ha l’ambizioso obiettivo di portare nel Cilento artisti della scena internazionale jazz. Ogni anno si ripete la magia, ed è già online il programma della prossima edizione.

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Ma ora veniamo alla nostra passeggiata tra l’arte di Laurino. Se la Collegiata di Santa Maria Maggiore, ricostruita nel 1776 in stile romanico – barocco, è stata per molti secoli il centro della cristianità del vasto stato di Laurino, è nella storia semplice e umile di Elena Consalvo, diventata poi santa, o nella storia della signora Antonetta Marino, che si scoprono l’anima e le tradizioni dei laurinesi.

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Laurino è situata sulla collina del Monte Cavallo che, da un lato, scende armoniosamente verso valle, e dall’altro cala a strapiombo su una rupe celata dalla fitta vegetazione. La incornicia una natura meravigliosa: la Grava di Vesalo, il più grande inghiottitoio del complesso appenninico Alburni – Cervati, è uno dei femomeni carsici più famosi d’Europa.

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La nostra passeggiata parte da piazza Agostino Magliani dove ci accolgono le voci sorridenti e scherzose di alcuni signori impegnati in quella che sembra la mano decisiva a briscola. A catturare la nostra attenzione è, però, il Seggio: una sala aperta  dove è possibile ammirare i resti un antico affresco; qui, fino al 1806, si esercitava la giurisdizione sullo Stato di Laurino.

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Imbocchiamo una salita laterale alla piazza che ci conduce al Palazzo Ducale Spinelli e ai ruderi del Castello Longobardo. All’ingresso, sulla parete sinistra, è ancora visibile lo stemma di famiglia. Il Palazzo risale alla seconda metà  del XVI secolo; le sue ampie stanze con il pavimento in terracotta conservano antichi camini in marmo risalenti al 1889 e pompose sedie e divani.

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Appena entrati nel cortile del Palazzo, noterete i ruderi del Castello Longobardo che sorge sullo sperone più alto della collina; nel suo impianto originale fu fondato dai longobardi all’inizio del X secolo.

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Scendendo, ci imbattiamo quasi per caso nella Cappella dell’Annunziata. Si trova in un grazioso cortile circondato da case; un piccolo atrio a tetto spiovente e sorretto da due colonne consente l’accesso alla chiesa tramite un pregiato portale in pietra.

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La chiesetta è un’autentica sorpresa. Piccola, a navata unica, l’attuale impianto risale al XV secolo e insiste su una preesistente chiesa più antica; di questa sono ancora visibili i muri, alti circa un metro, quasi interamente affrescati e raffiguranti una teoria di santi che, seppur monchi, rendono possibile una datazione intorno alla fine del XIV secolo.  È molto interessante notare, sul lato sinistro, un piccolo cunicolo che, si pensa, una volta collegava al chiesa al Seggio situato in piazza: forse un passaggio segreto.

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Il notevole valore artistico di questa piccola chiesa non finisce qui: sull’ altare barocco c’è un dipinto del 1557 di Girolamo Siciliano, nativo di Padula, raffigurante un’Annunciazione; la cupola invece,  è affrescata con raffigurazioni del Paradiso, databili tra il XVII e XVIII secolo.

Laurino_cortile_chiesaAnnunziata

Ritornati in piazza, ci avventuriamo in una serpentina di vicoletti.  Tra tante salite e poche discese ammiriamo numerosi palazzi gentilizi con i loro splendidi portali in pietra locale, fino a sbucare in via Giosuè Sangiovanni, dove si trova l’affascinante cappella di San Nicola.

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Sullo stemma sopra il bel portone d’ingresso sono raffigurati una mitra con sotto tre piccoli panetti: gli stessi che la Signora Antonetta Marino, tra i proprietari della chiesa, ha preparato per tutta la sua vita e che ogni 6 dicembre venivano benedetti e distribuiti alla popolazione. In questa chiesa non si celebra più la messa da anni, ma la tradizione dei panetti della Signora Antonetta è ancora viva.

Piccola e a una sola navata, conserva intatto un soffitto in legno decorato e sull’altare in marmo padroneggia un teschio, ritrovato all’interno della chiesa parecchi anni fa.

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Continuiamo a scendere fino ad arrivare ai piedi del paese: qui si trova il Convento di Sant’Antonio da Padova (XVI). All’ingresso sono ben conservati numerosi pitture della vita del Santo mentre lungo le quattro corsie del portico si possono ammirare gli affreschi che raffigurano gli stemmi delle nobili famiglie che contribuirono alla costruzione.

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Annessa al convento c’è la Chiesa di Sant’Antonio. Particolarmente interessante è la splendida porta d’ingresso, scolpita in legno e organizzata in diversi riquadri che, tramite un affascinante meccanismo, ne consente la chiusura.

Laurino_Chiesa_Concento_SantAntonio

La nostra passeggiata non finisce qui: siamo pronti a proseguirla attraverso uno dei tanti percorsi naturalistici che offre Laurino. Dopo aver attraversato due ponti medievali a schiena d’asino, arriviamo alla chiesa di Sant’Elena, alla cui figura e storia i laurinesi sono molto legati. Elena Consalvo, infatti, nasce Laurino; bella, umile e giovanissima condusse la sua vita vivendo da anacoreta in una caverna del Monte Pruno.

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Sant’Elena viene festeggiata più volte durante l’anno; particolare è la festa che si svolge a Maggio: un carro trascinato da buoi porta in processione le reliquie della Santa.

Laurino_ChiesaSant'Elena

Non vi basta? Laurino è (quasi) pronta per farvi volare. Presto, infatti, sarà possibile effettuare anche qui il famoso “volo dell’angelo“.

Testi e foto di Maria Ilaria Iuliano