Il Cilento è una terra incantata: mitologia, storia e cultura si rispecchiano in paesaggi naturali incontaminati che conservano un fascino primordiale. Prima di portarvi a Camerota e Licusati, luoghi di tradizioni profondamente radicate, vogliamo ripercorrere con voi un racconto che ci farà viaggiare simbolicamente tra tanti borghi cilentani.
Della versione popolare del mito di Palinuro e Camerota ve ne abbiamo già parlato qui. Il fascino della ninfa Kamaraton ha ispirato anche Berardino Rota che le ha dedicato un canto nel suo “libro delle selve” o Metamorfosi: la roccia sulla quale oggi sorge il borgo di Camerota è la bellissima ninfa Kamaraton pietrificata dalla dea Venere per non aver ricambiato l’amore di Palinuro; in molti piangono la bella ninfa, a cominciare da Molpa, anch’essa trasformata in roccia da Venere,così come Montano Antilia, ma anche Velia, Trentinara e Giungano, tanto che la dea decide di tingere di nero le sue profumatissime rose, simbolo delle pianura pestana.
Il nome di Camerota deriva dal greco Kamaraton, il cui significato è “costruzione ad arco”, ed è stata fondata dai Focei intorno al VI secolo a.C.
Il nostro tour oggi parte con una serie di tornanti che ci regalano paesaggi suggestivi e ci conducono in una delle frazioni di Camerota: Licusati. Immerso tra ulivi secolari, detti “pisciottani”, il borgo fu inglobato nel comune di Camerota durante la dittatura fascista. Le sue origini, però, sono medievali e risalgono al 1464, quando la città di Molpa fu distrutta dai saraceni.
In una bella piazza lastricata in pietra si trova la Chiesa di San Marco e alla sua sinistra un magnifico palazzo medievale che fu abitato da Gioacchino Murat.
Ripartiamo subito alla volta di Camerota, custode di un patrimonio storico culturale molto ricco che si evince sopratutto dalle strutture architettoniche religiose.
Oggi il suo simbolo è il castello, situato sulla parte più alta del paese che, a sua volta, si erge su un masso roccioso delimitato da uno strapiombo. Ed è da qui che inizia la nostra passeggiata.
Fu costruito presumibilmente intorno al 909 e divenne una roccaforte in epoca saracena. Nel corso dei secoli ha avuto vari inquilini, tra i quali il feudatario Paolo Marchese, ucciso durante la rivolta di Masaniello (perché voleva ripristinare lo jus primae noctis). Si narra, però, che fosse abitato anche da un “monaciello” molto dispettoso!
Scendendo, sulla sinistra, si trova la Porta di Suso: l’unica rimasta delle tre porte che permettevano l’accesso al borgo mediovale.
Continuiamo a scendere e ci troviamo di fronte la Chiesa di San Vincenzo Ferrari.
Poco distante, invece, si trova la Chiesa di San Daniele, edificata dai greci e successivamente trasformata in lungo di culto cristiano.
Se vi avventurate tra i vari vicoletti di Camerota, troverete molte sorprese come le piccole botteghe dei cunzari ( i vasai) che mantengono ancora intatta la lavorazione dell’argilla, vanto della popolazione, che risale al periodo greco.
In questo magnifico borgo le tradizioni sono ancora molto vive e nel museo dell’artigianato, allestito in quello che fu un carcere storico del Regno delle due Sicilie, si conservano oggetti utilizzati dai sarti falegnami, vasai e fabbri negli anni ’50 del secolo scorso.
Camerota è la meta ideale sia per chi ama la montagna che il mare. Infatti, noi non ci facciamo mancare niente e dopo questa bella passeggiata, tra storia e tradizioni, andiamo a farci una bella passeggiata sulla spiaggia a Marina di Camerota.
Buona passeggiata!
Testi e foto di Maria Ilaria Iuliano
2 Comments
Michael Shano
Gennaio 14, 2016 @ 12:50
Saluto i vostri obbiettivi. Anch’io amo questa terra che non ha ancora avuto la promozione giornalistica che merita. Si legge sotto l’articolo con delle belle foto, “Testi e foto di Maria Ilaria Iuliano”. Delle foto non è da lamentare ma i testi fuorvianti e favoleggianti vanno fondamentalmente revisionati se volete veramente fare un contributo nuovo alla conoscenza e valorizzazione, che merita di essere preso sul serio, della vostra terra. Validi spunti per descrivere il luogo si trovano nel sito del comune e sulla Tabellone didascalica davanti al castello. Bernardino non era “ispirato dalla narrativa della ninfa Kamaraton ma ha inventato il racconto. Camerota non era “stata fondata dai Focei intorno al VI secolo a.C”. Licusati non trova le sue origini nel 1464, come scritto, ma secoli prima. La chiesa di Licusati nel foto non è di Sant’Alfonso ma di San Marco e il palazzo accanto non è medievale. La chiesa a Camerota nel foto non è di San Vincenzo ma di Santa Maria delle Grazie e il marchese di cui si parla non era ucciso durante la rivolta di Masaniello e il castello non era “presumibilmente” costruito nel 909. La chiesa di San Daniele non era “trasformata in lungo (sic) di culto cristiano”‘ sulla fondamenta pagana greca ma era prima di culto italo-greco ortodosso e latinizzata. Che la lavorazione di argilla riflette le tradizioni “vanto della popolazione, che risale al periodo greco” (prima di Cristo?) non gode nessuna verifica seria. Nella redazione conviene creare dei criteri responsabili di controllo competente su quale sia pubblicata dai collaboratori se il gruppo vuole offrirci qualcosa qualitativo migliore e più valido di ciò che era prodotto nel passato.
Cilento e me ne vanto
Gennaio 14, 2016 @ 13:47
Carissimo Michael, grazie per il tuo commento puntuale. Siamo sempre felici quando i nostri lettori si soffermano sulle nostre parole e ci danno validi spunti per migliorare i nostri testi. Faremo tesoro di quanto dici e intanto motiviamo di seguito alcune delle nostre scelte, che spesso derivano dalla lettura dei siti ufficiali dei comuni di cui parliamo, o di guide cartacee del parco. Il racconto della ninfa Kamaraton era prima di tutto una leggenda orale, che Rota è stato il primo a mettere per iscritto in un suo canto, ma di sicuro era già presente nell’oralità della nostra cultura, ed è a questo che ci riferiamo quando diciamo che ne è stato ispirato. Sul sito del comune di Camerota leggiamo proprio che Licusati trova le sue origini nel 1464 e che Camerota è stata fondata dai Focei nel VI sec a.C (se sbaglia anche il sito del Comune…http://www.comune.camerota.sa.it/il-territorio/camerota.html). Le fonti relative all’origine del castello sono incerte (come sai ci sono diverse correnti di pensiero), e abbiamo semplicemente dato voce ad alcune delle teorie più accreditate. Molte delle altre informazioni che trovi nel nostro articolo (ad esempio quella relativa alla Chiesa di San Daniele) vengono riportate su diverse guide locali. Noi non siamo degli storici e spesso ci riferiamo anche alla letteratura del posto, consolidatasi con il passare del tempo, ma vogliamo migliorare e rendere i nostri articoli sempre più completi ed affidabili. Se hai voglia e tempo, ti chiediamo di scriverci più lungamente, su info@cilentoemenevanto.com citando puntualmente le fonti a cui ti riferisci e le date precise. Se d’accordo con la tua analisi, sarà sicuramente nostra cura aggiornare l’articolo. Grazie ancora, continua a leggerci!