Il Cilento è una terra che fa rima con casa. È la casa di tutti i Cilentani DOC che ci sono nati e che non potrebbero chiamare “casa” nessun altro luogo al mondo. Ma la nostra terra è così accogliente che sono in molti a sceglierla come dimora anche se i propri natali sono lontani, ed è quello che ha fatto Josè Garcìa Ortega con Bosco. Arrivato nel 1980 nella frazione di San Giovanni a Piro acquistò una casa, e la rese speciale come solo lui avrebbe potuto fare, rendendola il suo atelier.

pintor

Ortega è un pittore realista spagnolo che ha dedicato la sua vita ad esprimere, attraverso le sue opere, i temi sociali che più gli stavano a cuore. La sua vicinanza al popolo e la continua rivendicazione della libertà per i suoi concittadini lo costrinsero all’esilio durante il franchismo. Il suo peregrinare per l’Europa si concluse proprio a Bosco. Nel piccolo borgo cilentano Josè ritrovò molto di quello che era stato costretto ad abbandonare in Spagna. Per rendersi conto di ciò basta ripercorrere la storia del paese: la piccola frazione di San Giovanni a Piro, durante i moti cilentani del 1828, fu protagonista di una rivolta antiborbonica repressa duramente nel sangue. Uno dei doni più belli che “El pintor de la mancha“ ha lasciato al suo popolo adottivo è proprio un murales in maioliche che racconta di questa tragica pagina di storia intrisa di dignità e voglia di libertà.

murales

Oggi a Bosco è stato istituito un museo per consentire a tutti di ammirare alcune delle opere più belle dell’artista. Ma questa volta, grazie  alla disponibilità di due Cilentani DOC (il signor Pasquale e il Dr. Cobucci), ci è stato consentito di andare oltre: ci sono state aperte le porte della casa di JosèOrtega e oggi vogliamo portarvi assieme a noi oltre quell’uscio e condividere con voi questa esperienza meravigliosa.

piastrella

Fin dall’ingresso capiamo che questa non sarà una visita come le altre. La morbidezza degli archi all’ingresso del giardino e la bellezza delle ceramiche decorate rubano l’occhio. Varcata la soglia sarà un susseguirsi di opere d’arte, da quelle pittoriche a quelle architettoniche. Subito sulla sinistra una bellissima credenza in legno custodisce moltissimi piatti in ceramica decorati e fa da cornice al tavolo da pranzo.

credenza

Pochi passi più avanti l’angolo del camino. Si, perché Josè per godersi al meglio il focolare gli ha costruito attorno un salottino in pietra… Naturalmente decorato a mano!

camino - Copia

Avanziamo ancora un po’ e sulla destra si apre la cucina dove ci piace immaginare che Ortega e sua moglie mescolavano la tradizione culinaria cilentana con le loro radici spagnole. Fino ad ora ci siamo mossi in spazi raccolti ed è per questo che quando arriviamo al salone centrale restiamo spiazzati. All’improvviso si apre un ambiente enorme e luminosissimo, con una tela sul fondo sulla quale è ancora presente l’ultimo studio di opera che Ortega stava portando avanti.

studio

Attraversiamo la sala e le sorprese non finiscono. Lungo l’intera parete di una stanza allungata sono presenti tutti i colori, i pennelli e gli attrezzi del mestiere utilizzati dal maestro. L’insieme è talmente bello che è da considerarsi un’opera d’arte di per sé.

casa_ortega_colori - Copia

L’ultima stanzetta del piano conserva un letto a baldacchino con una piccola libreria stracolma di libri che testimoniano la fede politica dell’autore e le tante lotte portate avanti durante la sua vita.

casa_primo_piano

Siete rimasti senza fiato? Beh, era solo il piano terra quindi non restate incantanti troppo a lungo e seguiteci al piano superiore. Imbocchiamo le scale alla base delle quali si erge una stupenda pietà scolpita nella pietra. Saliamo gli stretti scalini tenendo la sguardo fisso sull’atrio sottostante e sulle bozze ancora presenti sulla tela grande in fondo alla sala. Arrivati al piano superiore in qualsiasi casa normale ci saremmo aspettati la zona notte… Ma questa non è una casa normale! In cima alla scala si apre un soggiorno, con sedute in pietra e un tavolinetto intagliato a mano.

salottino (2)

Ci affacciamo alle finestre e capiamo perché Ortega ha voluto realizzare un’ambiente comune dove rilassarsi al secondo piano: la vista è mozzafiato!

panorama_ortega

Ci spostiamo nella zona notte dove, nella stanza da letto, troviamo un giaciglio sormontato da stupende maioliche bianche ed azzurre mentre nel bagno esplode un verde intenso.

camera letto - Copia

Ora tocca alle cantine. Si, perché il nostro tour non è ancora terminato. Scendiamo nel piano più basso della casa che il pittore aveva trasformato nel suo laboratorio e la quantità di dipinti conservati in questi ambienti è impressionante. Basterebbe per creare un altro museo…

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Speriamo di essere riusciti a rendere l’idea di quanto può essere emozionante visitare questo gioiello che Ortega ha regalato al Cilento. La speranza è che un giorno questa casa, che già di per se è un museo, possa essere fruibile da tutti perché il viaggio tra questi ambienti è un’esperienza davvero unica!

casa_ortega_studio - Copia

Ci piace lasciare la casa di Josè avendo scolpite nella mente le stupende parole del pittore che, meglio di qualsiasi altre, ci fanno capire il perché avesse scelto il Cilento come sua nuova casa ed il filo conduttore che ha guidato il suo pennello, e non solo, durante tutta la sua vita…

“Qui sono venuto a costruire un pezzetto di libertà. Lavorare in queste terre, significa osservare e imparare costantemente, per portare poi con noi qualcosa di veramente puro e genuino che valga la pena di aver assimilato. Ci sono dei momenti nella vita dei popoli, in cui gli artisti sentono che un’ arte a contenuto rivoluzionario è una necessità. Quindi non più l’ arte per l’ arte. Noi poeti, musicisti, pittori, noi creatori d’ arte… contro coloro che predicano il disimpegno e l’ evasione… sentiamo che il popolo ha bisogno di forme artistiche che chiamino all’ unione per restituire libertà e democrazia al paese”.

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Testi di Raffaele Lia